Un viaggio nei meandri della mente: la meditazione Vipassana

Un viaggio interiore può rivelarsi più interessante di un giro del mondo. L’esperienza delle meditazione Vipassana e del suo impatto nella vita quotidiana


Di Massimiliano Schilirò
(una testimonianza di meditazione Vipassana)

Solitamente quando si parla di viaggio si immagina un percorso di scoperta del mondo con le sue bellezze naturalistiche, e delle persone con le loro affascinanti culture. Per tanto tempo il mio essere “on the road” (sulla strada) significava avventurarmi in luoghi sconosciuti, meglio se esotici. Il viaggio zaino in spalla di quindici mesi consecutivi in Sud America (settembre 2011-dicembre 2012) aveva rappresentato il culmine di questo anelito all’avventura. Ma nei maestosi paesaggi andini, nei deserti del nord dell’Argentina e del Cile, nella foresta amazzonica e nelle isole caraibiche sentivo non solo l’emozione del contatto con la Madre Terra, ma anche un richiamo al trascendente.

meditazione Vipassana

UNA MEDITAZIONE APERTA A TUTTI

Nel viaggio successivo, in India (settembre 2013-febbraio 2014) decisi di dedicarmi a un altro tipo di viaggio, quello dentro la mente. Su consiglio di vari amici mi iscrissi a un corso di Vipassana, una tecnica di meditazione aperta a persone di qualunque religione, o atee e agnostiche. A cinque anni di distanza da quell’evento che cambiò per sempre la mia vita, vorrei condividere l’esperienza acquisita, riflettendo sul suo significato più profondo.
Ci tengo a sottolineare che non bisogna per forza andare in India per provarla, visto che c’è un centro anche in Italia, un’oasi di pace nell’Appennino tosco-emiliano! Questo centro si chiama Dhamma Atala e questa è la definizione che si trova sul suo sito internet: “Vipassana (che nell’antica lingua indiana Pali significa “vedere le cose in profondità, come realmente sono”) è una delle più antiche tecniche di meditazione dell’India. Fu riscoperta e insegnata da Gotama il Buddha più di 2500 anni fa come metodo universale per uscire da ogni tipo di sofferenza. E’ una tecnica universale, praticabile da tutti.”

meditazione Vipassana

REGOLE FERREE

A prima vista le regole per la partecipazione a un corso di 10 giorni di Vipassana sono “da paura”: silenzio assoluto (evitare qualsiasi comunicazione verbale e non verbale); separazione dei sessi (uomini da una parte, donne dall’altra, qualsiasi contatto è vietato); divieto di leggere/scrivere/sentire musica; consegna tassativa del cellulare e di qualunque dispositivo per telefonare o connettersi a internet. A questo isolamento a prima vista sconvolgente si aggiunge un programma quotidiano da monaci: sveglia alle 4 del mattino, 10 ore complessive di meditazione, intervallate da colazione, pranzo, pausa tè e riposo. Alle 21.30 si spengono le luci.
I primi giorni, lo possono confermare praticamente tutte le persone che hanno affrontato un tale corso, sono durissimi: sia il corpo sia la mente si ribellano a questa disciplina imposta dall’esterno, creando una grande agitazione fisica ed emozionale. Ciò è causato anche dall’apparente inutilità del compito che bisogna svolgere: l’osservazione del respiro, cioè la consapevolezza dell’aria che entra e esce dalle narici. Niente ripetizioni di mantra orientali, niente visualizzazioni, niente che faccia pensare a un approccio esoterico o “new age”. La mente si distrae migliaia di volte, ci si sente instabili e incapaci di concentrarsi.
Ogni sera, tramite una video-lezione di circa un’ora del maestro S.N. Goenka, vengono spiegati gli aspetti teorici e pratici della tecnica: osservare il respiro permette di restare nell’attimo presente, mentre i pensieri inevitabilmente ci portano nel passato o nel futuro. A poco a poco, sopportando i dolori fisici dati dalla posizione seduta prolungata (di solito per terra sui cuscini, ma si può richiedere una sedia in caso di problemi di salute), la mente si calma, prima per pochi secondi, poi per alcuni minuti consecutivi. I pensieri continuano a presentarsi, ma con minore frequenza e intensità.

LA TECNICA DI VIPASSANA: OSSERVAZIONE DELLE SENSAZIONI CORPOREE

meditazione VipassanaNel pomeriggio del quarto giorno viene insegnata la tecnica di Vipassana, cioè di osservazione delle sensazioni corporee. Niente di sovrannaturale, ma, a prima vista, molto banale: caldo, freddo, prurito, dolore, ecc. “Ma come, sono venuto a meditare per osservare il prurito, o il dolore? Ma che senso ha?”. La domanda sorge spontanea, ma non è un corso di masochismo, bensì di auto-conoscimento. Una parola diventa fondamentale per comprendere questo processo: equanimità. Nella vita “normale” siamo abituati a reagire con desiderio alle sensazioni piacevoli, e con avversione a quelle spiacevoli. Ciò causa, inevitabilmente, sofferenza, perché spesso succedono cose che non vogliamo e non tutti i nostri desideri si avverano. Nella meditazione si allena la mente a non reagire, a non creare continuamente bramosia o odio.
Con il passare dei giorni, in una continua altalena di emozioni, il meditatore e la meditatrice sviluppano la consapevolezza di tanti tipi di sensazioni diverse, da quelle più grossolane ad altre più sottili (paragonabili a leggere e gradevoli scariche elettriche). Aldilà di cosa si prova, è l’equanimità a definire il progresso nella meditazione, creando una saggezza sempre maggiore della realtà così com’è, non come vorremmo che fosse.

L’IMPATTO SULLA VITA QUOTIDIANA

meditazione VipassanaIl primo corso fu per me una vera rivelazione e mi resi conto di avere in mano una tecnica estremamente pragmatica e con un enorme impatto nella vita quotidiana: la capacità di affrontare ogni situazione, gradevole o no, con meno tensioni e maggior equilibrio. Un modo per vivere più intensamente gli inevitabili alti e bassi della vita, senza perdere la mia umanità, ma tirandone fuori gli aspetti migliori: l’amore per me stesso e per il prossimo, l’empatia, la pazienza, la serenità. Da allora ho dedicato migliaia di ore al Vipassana, partecipando ad altri 4 corsi di 10 giorni come studente, “servendone”  4 come volontario (aiutando in cucina e a fare le pulizie), ma, soprattutto, meditando a casa, ogni giorno. Per i primi tre anni “solo” un’ora al mattino, da fine 2016 quasi sempre anche un’ora al pomeriggio/sera. “Due ore al giorno? Ma chi può permettersi di dedicare tanto tempo alla meditazione nella vita quotidiana?”, un’osservazione che mi viene spesso rivolta. Questione di priorità: la meditazione mi da talmente tanti benefici, che rinuncio volentieri ad altre cose. Da cinque anni cammino in questo sentiero, lunghissimo e faticoso, ma ricco di soddisfazioni…e non ho intenzione di fermarmi!

Una descrizione di questo tipo può sembrare molto strana a una persona che non ha mai praticato, è un po’ come parlare del nuoto a qualcuno che non è mai entrato in acqua. Questo è l’unico consiglio che mi sento di rivolgere alle persone: tuffatevi, in modo sicuro e guidato, durante un corso di 10 giorni, e fate un viaggio interiore che si rivelerà più interessante di un giro del mondo!

LINK UTILI: 

• Centro italiano per corsi di 10 giorni di meditazione Vipassana (come insegnata da S. N. Goenka nella tradizione di Sayagyi U Ba Khin)
https://atala.dhamma.org/pub/
• Resoconto dettagliato del mio primo corso, tratto dal mio libro “Massi on the road in India”: https://massiontheroad.files.wordpress.com/2016/04/massi-on-the-road-in-india-meditazione-vipassana.pdf
• Buddha Tour: pellegrinaggio in India e Nepal (articolo di Massi on the road durante il viaggio del 2017)
https://www.buonviaggioitalia.it/world-destinations/buddha-tour-pellegrinaggio-india-nepal
• Informazioni su libri, viaggi, presentazioni e progetti di Massi on the road: http://massiontheroad.wordpress.com
• Pagina Massi on the road: https://www.facebook.com/massiontheroad4ever