Simboli e città: la Lanterna di Genova

Ammirare una città da un punto di vista privilegiato. Lo abbiamo fatto salendo sulla Lanterna di Genova, che racchiude tante storie e un Museo da visitare.


Testo e foto di Vittorio Puggioni

Stretta tra le montagne alle spalle e il mare davanti, sembra sempre in procinto di fare un tuffo in acqua. E’ Genova, una città bella dal cielo, arrivando con l’aereo, bella anche dal mare, arrivando con la barca nella luce poco prima del tramonto, ed infine bella da dentro, nel labirinto dei carruggi. Un guazzabuglio di razze e di lingue, un grande porto di mare.

Vista dall’alto, da Spianata Castelletto, si ammira una città allungata sulla costa, adagiata sul mare e arroccata nel suo centro storico: il più importante d’Europa, patrimonio dell’umanità.

 
Ma ora il nostro punto di vista si sposta alla Lanterna di Genova, nella sua prima terrazza. Da qui sembra di dominare la città, planandoci sopra a volo d’uccello. La vista è insolita, tutta la città appare sotto una visuale diversa. Si vede San Lorenzo, la chiesa di Carignano, il Teatro Carlo Felice, Terrazza Martini, Torri e campanili svettare dal centro storico. Un via vai continuo di navi in porto e aerei che abbassandosi sulla diga del canale di calma si accingono ad atterrare sul mare… La Lanterna non è semplicemente un grande faro in attività, è il simbolo di Genova, il suo biglietto da visita.

LA STORIA DELLA LANTERNA

Lanterna di GenovaEcco, quindi, un po’ di storia della Lanterna. Si trova sul promontorio di Capo di Faro e l’attuale costruzione risale al 1543, ma già nel XII secolo esisteva una torre simile adibita a funzioni di avvistamento e controllo, a guardia del porto e della città. Successivamente divenuta faro, sulla sua sommità si bruciavano fascine per segnalare l’accesso al porto. Nel 1318, durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini, subì notevoli danni alle fondamenta, che vennero in seguito consolidate nel 1321. Nel 1326, venne installata la prima lanterna, alimentata con olio d’oliva, la cui luce era concentrata in un fascio luminoso, grazie a cristalli prodotti da maestri vetrai genovesi e veneziani. Nel Quattrocento fu adibita anche a prigione e agli inizi del Cinquecento fu edificata la fortezza della Briglia, per le truppe di Luigi XII. Durante la rivolta dei genovesi contro i francesi, la Lanterna subì seri danni e nel 1543 venne ricostruita. Da allora la Lanterna uscì indenne dai bombardamenti del Re Sole alla fine del Seicento e da quelli della Seconda Guerra Mondiale. Resistette anche a infinite intemperie. Nel 1840 venne installato nella cupola un sistema rotante con lenti di Fresnel, nel 1898 venne utilizzato come combustibile il gas di acetilene, poi il petrolio pressurizzato (1905) e infine l’energia elettrica nel 1936. Tutti questi cambiamenti hanno permesso alla Lanterna di aumentare in modo considerevole la propria potenza luminosa.

Lanterna di Genova

LA LANTERNA DI GENOVA IN NUMERI

40 m è alto lo scoglio su cui è stato costruito il faro
36 m è alto il primo tronco di torre. 33,95 m il secondo
7,05 m è alta la cupola luminosa, il lanternino
77 m è l’altezza complessiva della Lanterna
117 m è l’altezza complessiva dal livello del mare alla sommità
1ᵃ fino al 1902 la Lanterna di Genova era il faro più alto del mondo (quando fu superato per 5m dal faro francese di Ile Vierge)
50 km è la distanza raggiunta dalla luce del faro
2ᵃ dopo la Torre de Hércules a La Coruña in Spagna, risalente al II sec. d. C., la Lanterna è il faro funzionante più antico del mondo
172 sono i gradini per salire alla prima terrazza
365 i gradini per salire fino alla sommità
1000 Watt 120 Volt pari a 71.920 candele decimali è la potenza luminosa del faro
1 è il guardiano della Lanterna di Genova

Lanterna di Genova

IL MUSEO DELLA LANTERNA

Oggi è visitabile anche il museo della Lanterna di Genova, collocato all’interno dei bastioni alla base del faro, (servivano a difendere la Porta Nuova, costruita nel 1827, che era l’accesso a Genova da Ponente) in cui si trovano le quattro sale dei “fucilieri”, una “galleria” e le tre sale dei “cannoni”. Il museo contiene, oltre a modelli delle varie lanterne, anche opere esposte e postazioni multimediali che illustrano la storia, l’arte, la cultura e le tradizioni della città.

Lanterna di Genova

Da grande volevo fare il guardiano del faro

Sono nato e cresciuto nel quartiere genovese di Sampierdarena. Sulle alture che dominano e si affacciano sul porto. Da un paio di punti privilegiati, potevo vedere la città, il porto e, naturalmente, davanti a me la Lanterna. Ero piccolo, e ricordo che con il buio il faro iniziava il suo lavoro, e il fascio luminoso entrava, correndo lungo le pareti, all’interno della mia camera. Sembrava che la luce, oltre ad indicare la rotta sicura per il porto ai naviganti notturni, estendesse la sua protezione anche alle case della città. Una sensazione difficile da spiegare. Poi hanno costruito la scuola elementare, la stessa che ho frequentato anch’io, e l’edificio si è frapposto tra me e la Lanterna, interrompendo la magia serale della luce. Da allora il faro mi è rimasto dentro e ancora oggi esercita su di me un grande fascino: nel mio immaginario dove c’è una scogliera sferzata dalle onde del mare, c’è un faro sul promontorio e un approdo sicuro per gli uomini.

Vittorio Puggioni

COME ARRIVARE ALLA LANTERNA DI GENOVA

Per chi arriva in treno sia alla stazione di Brignole che a quella di Principe, prendere la Metropolitana, accessibile direttamente dalla stazione ferroviaria, in direzione Brin e scendere a Dinegro. Da qui la Lanterna la si può raggiungere solamente a piedi. Da Piazza Dinegro, attraversare la strada portandosi sul lato mare e percorrere la passeggiata che parte dal vicino  parcheggio del Terminal Traghetti (con un minimo acquisto all’interno dell’area commerciale, si può usufruire di ore 2,30 di sosta). La passeggiata si snoda per 800 mt sopra alle banchine del Porto di Genova fino a raggiungere l’ingresso alla Lanterna.